REFERENDUM vota 5 SI

L’ 8 e il 9 giugno si vota per un lavoro tutelato, dignitoso, stabile e sicuro.

La Corte Costituzionale ha ritenuto validi 5 quesiti referendari, di cui 4 sul lavoro promossi dalla CGIL, per i quali nel 2024 sono state raccolte 5 milioni di firme.

Vediamo quali:

  1. STOP AI LICENZIAMENTI ILLEGGITIMI:

Nelle imprese con più di 15 dipendenti le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 07 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo in quanto la legge impedisce il reintegro anche nel caso in cui il giudice dichiari ingiusto e infondato il licenziamento.

Con questo quesito di chiede di abrogare questa norma dando uno stop ai licenziamenti privi di giusta causa o giustificato motivo

  1. PIU’ TUTELE PER LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DELLE PICCOLE IMPRESE:

nelle imprese con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo una lavoratrice o un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento. Con questo quesito si chiede di abrogare questo limite aumentando l’indennizzo in base alle capacità economiche delle aziende, dei carichi familiari e dell’età della lavoratrice e del lavoratore;

  1. RIDUZIONE DEL LAVORO PRECARIO:

in Italia circa 2 milioni e 300 mila persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato che possono essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo.

Con questo quesito si vuole ripristinare l’obbligo delle causali quando viene stipulato un contratto a tempo determinato;

  1. PIU’ SICUREZZA SUL LAVORO:

in Italia ogni anno assistiamo a circa 500mila infortuni sul lavoro e a quasi 1.000 morti. Attualmente la norma non prevede, in caso d’appalto, di estendere le responsabilità alle società appaltanti.

Con questo quesito si vuole estendere questa responsabilità in modo tale da garantire maggiore sicurezza sul lavoro ed evitare il ricorso ad appaltatori spesso non in regola con le norme antinfortunistiche.

  1. PIU’ INTEGRAZIONE CON LA CITTADINANZA ITALIANA

In Italia ci sono circa 2 milioni e 500 mila cittadine e cittadini di origine straniera che pur essendo nati, cresciuti, residenti e con un lavoro non hanno diritto alla cittadinanza.

Con questo quesito si vuole allineare il nostro Paese alla maggior parte dei Paesi europei riducendo da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per fare domanda di cittadinanza italiana.

REFERENDUM 2025: VOTIAMO SI PER CAMBIARE L’ITALIA.

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